Il buio è qualcosa di cui spesso si è avuto paura sin da piccoli. Molti, nel tempo, vincono questa paura perché realizzano che il buio, di per sé, non è un pericolo. Alcuni, invece pur crescendo, mantengono questa paura e non riescono a vincerla.
Ma cosa rappresenta il buio? La mancanza di sensi, la mancanza di stimoli visivi, la mancanza di suggerimenti che possono venire dalle forme e dai colori. Insomma la mancanza di tutti questi indicatori, ci fa sentire persi, insicuri e fragili.
Aggiungiamoci anche le paure inculcate da piccoli, con cose tipo l’uomo nero, oppure il babau ed altre stupidaggini simili, e diventa sempre più difficile liberarsi della paura del buio.
In realtà quello che ci spaventa, di più, è il buio interiore che sappiamo avere dentro di noi. Per quanto abbiamo una vita retta e giusta, noi sappiamo benissimo che, dentro di noi, c’è qualcosa di oscuro che tende a venire a galla, sempre, nel momento sbagliato. E solo noi sappiamo quanto devastante può essere il suo operato, perché almeno una volta, nella nostra vita, gli abbiamo permesso di agire senza freni. Sappiamo che la nostra vita passerà con un continuo controllo, che ci permetterà di tenere quel lato oscuro compresso in basso, nel fondo del nostro animo.
Eppure ci si domanda, a volte, se è una cosa così negativa, perché tutti l’abbiamo? La domanda può avere una risposta semplice o meno. Io opto, per ora, per quella semplice: senza oscurità come faremmo a riconoscere ed apprezzare la luce? Lascio ai filosofi ed ai teologi le spiegazioni legate alle religioni: sarebbe un campo minato in cui finirei per colpire malamente qualcuno di un qualsivoglia credo.
Come è successo a me, sicuramente è successo anche a voi di chiedevi perché avete questi momenti in cui, la propria parte oscura, tende ad emergere. E sopratutto avete costruito il vostro modo per poter recuperare il controllo velocemente, su voi stessi, in modo di non fare danni eccessivi.
Ognuno ha il proprio metodo: chi prega, chi si affida ad un rosario, chi fa meditazione, chi semplicemente si concentra sul proprio respiro. Insomma tutti hanno il proprio metodo, o quasi tutti. Chi non ce l’ha, probabilmente, è rinchiuso in qualche struttura per malati di mente, o in qualche cella perché l’essersi lasciato portare dal lato oscuro spesso porta dritti in carcere senza passare dal via!!
So che non è il massimo della vita, ma purtroppo quando si permette, o si resta vittime del proprio lato oscuro, il carcere spesso è una delle due destinazioni valide: carcere oppure ospedale psichiatrico!!
Una lezione dura, da dover apprendere, è la necessità di far convivere le nostre due metà: chiara ed oscura. Filosofi, preti, monaci, e tanti altri, hanno studiato per secoli come riuscire a far sparire la parte oscura o, quantomeno isolarla, ma senza successo: assolutamente!
Allora che ci resta da fare? Persone, più capaci di noi, non sono riusciti a tenerla sotto controllo, noi allora che chance abbiamo di vincere il nostro lato oscuro? Credo ci sia una sola soluzione: imparare a gestire anche questa componente di noi; cosi come facciamo per altri aspetti del nostro carattere dobbiamo lavorarci con dedizione, costanza e pazienza. Ovviamente I risultati non saranno immediati, ma ci saranno, se avremo due cose fondamentalmente:
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- oggettività, nello studiarci a fondo;
- convinzione, che con il tempo gestiremo anche questa parte del nostro essere.
Sono due condizioni fondamentali: senza anche una sola di queste due componenti non andremo da nessuna parte.
Si possono ingannare gli altri, ma ingannare, noi stessi, è ancora più facile se non si pone attenzione nel restare obbiettivi e non soggettivi! Un esempio classico: avete risposto a malo modo a qualcuno perché la vostra parte oscura ha preso il sopravvento, in quel momento. Vi giustificherete dicendovi che d’altronde l’altro se l’era cercata, che in fin dei conti ha avuto quello che si meritava e cosi via.
Sono solo giustificazioni per noi stessi, che troviamo comode e facili da usare, ma più per giustificarci, che non giustificarci con gli altri. Ammettere la sconfitta non è mai una cosa semplice: già è dura ammetterlo a noi stessi, figuriamoci verso dei semplici conoscenti o, peggio ancora, a dei perfetti sconosciuti!
Eppure, nonostante tutte le elucubrazioni che possiamo fare, su questa parte di noi, non potremmo vivere un vita bilanciata senza la presenza, anche, della nostra componente più oscura. Filosofi dicono che senza di essa non sapremmo riconoscere le azioni della luce — ossia azioni buone — i medici dicono che senza di essa esploderemmo, mentalmente, perché sarebbe troppo dura vivere una vita in cui tutto viene fatto in base alla sola luce.
Insomma ognuno, nel tempo, ha avuto da dire la sua in merito; la cosa buffa però è che raramente, noi persone comuni, abbiamo mai riflettuto su questa cosa. Se ci è capitato siamo subito passati oltre, classificando questa analisi come una pippa mentale. Non parliamo poi di confidarci con qualcuno sui nostri dubbi, sul fatto che si tenda a cedere troppo facilmente al nostro lato oscuro. Stessa situazione di prima: o ti danno del segaiolo mentale, oppure di quello che ragiona troppo ignorando l’istinto.
Morale della faccenda? Gestirsi il proprio lato buio è una cosa che dobbiamo fare solo tra noi e noi stessi. Solo, nel raro caso abbiate un amico o una guida spirituale, potreste affrontare l’argomento con lui.
Perché una delle caratteristiche del nostra essenza buia, è che questa ha la capacità di farti sentire a disagio quando tenti di parlarne con qualcuno: è il suo modo per tenere un basso profilo, per non diventare il centro dell’attenzione. Questa situazione la concede solo a te ed a nessun altro!
Quindi a che conclusione possiamo arrivare dopo questa breve analisi? Io credo ai seguenti punti:
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- Percepire in noi dell’oscurità, non fa di noi degli esseri cattivi.
- La parte oscura, del nostro animo, non è una cosa che colpisce solo noi: prendere coscienza del fatto che è una componente presente, in tutti noi, rende più facile accettare la nostra. Inoltre, a volte, conoscere come reagisce la parte oscura di qualcuno, può venire comodo se dobbiamo confrontarci.
- Gestire questa oscurità è una cosa positiva: più ne abbiamo coscienza e meglio riusciamo a gestirla.
- Dovremmo imparare a dare ascolto, in rare occasioni, a questa oscura parte di noi, beninteso solo dopo aver già imparato a gestirla.
Sicuramente ci sono altre cose di cui parlare, quando si discute del nostro lato oscuro: se qualcuno ha qualcosa da aggiungere o vuole ribattere a qualche mia affermazione, si faccia pure avanti!
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